mercoledì 26 gennaio 2011
Il «digitale terrestre» altera le frequenze cerebrali
La CIA, apparato paragovernativo (e paramilitare), è da sempre coinvolta in progetti finalizzati al "controllo mentale". In quest'ambito ha sviluppato già diverse tecnologie e ne è un esempio il famigerato MK Ultra impiegato durante la guerra fredda. Lo studio della mente e delle potenzialità extrasensoriali umane sono oggetto di numerose sperimentazioni fin dai primi anni '40, esperimenti da cui derivano anche le Psy-ops (operazioni psicologiche) tanto care agli strateghi militari e ormai abbondantemente applicate dai governi per influenzare l'opinione pubblica.
Dal blog vocidallastrada cito un passaggio significativo del discorso che il ricercatore lituano Daniel Estulin ha pronunciato di fronte ai membri del Parlamento Europeo, a Bruxelles, rivelando l’intenzione dell’élite finanziaria di far collassare l’economia globale e trasformare il mondo in una corporazione globale, della quale loro ne sono i beneficiari:
«Le operazioni psicologiche a cui siamo sottoposti quotidianamente, gli UFO, il Gruppo Bildeberg, sono argomenti che la maggioranza delle persone ignora o associa a storie di "fantascienza" grazie soprattutto alla sofisticata propaganda mediatica a cui sono costantemente sottoposte. Infatti, se da una parte numerosi film e serie televisive contenenti brandelli di verità vengono programmati con lo scopo di testare e pilotare culturalmente gli spettatori proiettandoli in realtà futuribili, dall'altra forniscono gli elementi per poter screditare facilmente eventuali fughe di notizie e proteggere le operazioni in corso.
Ovviamente, in quanto strumenti fondamentali per la manipolazione, la "macchina" di Hollywood e tutti i media mainstream che diffondono informazioni sono sempre stati al servizio dell'Elite. Elite che, grazie alla conoscenza della cultura esoterica e al genio di numerosi scienziati (non sempre consenzienti), ha distrutto, cancellato, rimodellato, corrotto, ucciso, perseguitato, inquinato, ingannato, sfruttato e perpetrato ogni sorta di abominio.»
Ora grazie alla tecnologia detta "digitale terrestre", imposta su larga scala mondiale per il "bene" del telespettatore (in Italia è di imminente attuazione), questa politica di accentramento del potere basata sulla distorsione della verità continuerà più potentemente. Dice a tal proposito il ricercatore A. Bosman in un'interessante intervista comparsa sul numero 32 di Scienza & Conoscienza:
"Esistono numerosi studi sulla sensibilità della ghiandola pineale ai campi elettromagnetici e le misurazioni EEG (elettroencefalogramma) hanno mostrato chiaramente che le nostre onde cerebrali vengono alterate. Per la salute neurale generale, le nostre onde cerebrali si abbassano a una frequenza alfa di 8Hz una volta ogni 30 secondi. La televisione tradizionale inducendo una risonanza di 24Hz 0gni mezzo minuto fa in modo che l'abbassamento regolare a 8Hz sia sostituito da una frequenza più alta, portando il "soggetto telespettatore" ad una lieve forma di trance ipnotica. La tv digitale altera la frequenza addirittura a 30Hz ogni 30 secondi facendo sì che l'influenza delle microonde sia molto più complessa e preoccupante per la nostra salute psico-fisica, portando il "soggetto telespettatore" ad una forma di trance ipnotica più forte."
Come al solito voglio ricordare che lo scopo di questo blog è quello di condividere, informare, argomentare e fornire spunti di riflessione su tematiche non trattate dai media ufficiali (chissà come mai, eh?) per affrontare, apprendere e comprendere certi meccanismi delicati e complessi dei tempi che stiamo vivendo.
APPROFONDIMENTI:
- ogni parola "rossa" del post collega ad un link di approfondimento;
- interessante intervista sul Club Bildeberg al ricercatore Daniel Estulin
- The secrets of mind control
(^__^)
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venerdì 14 gennaio 2011
Sai come vive e cosa mangia il pollo che mangi?
Il 26 agosto del 1789, in piena Rivoluzione francese, venne emanata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. Dopo duecento anni e innumerevoli passi avanti sulla strada del “progresso”, il 15 ottobre del 1978 veniva proclamata a Parigi la dichiarazione universale dei diritti dell’animale con la quale si stabilisce che tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e hanno gli stessi diritti all’esistenza (articolo 1). Nel caso che l’animale sia allevato per l’alimentazione, deve essere nutrito, alloggiato,trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti ansietà e dolore (articolo 9).
In quegli stessi anni, gli attivisti animalisti erano molto critici nei confronti dell’allevamento industriale; Ruth Harrison, autore del libro Animal Machines (1964), denunciava i sistemi di produzione intensiva di vitelli, suini e avicoli, rivendicando le cinque libertà dell’animale: alzarsi, sdraiarsi, girarsi, stendere gli arti e pulirsi senza difficoltà.
17 chili a testa
Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso i polli crescevano circa 2 chilogrammi in 63 giorni. Oggi, invece, un pollo industriale (il broiler, una razza appositamente selezionata in relazione alle esigenze dell’allevamento industriale: quantità, velocità, basso costo) è “pronto” in soli 33 giorni: uno sviluppo troppo rapido che ingrossa a dismisura ossa, polmoni, cuore e corpo. «Non ci reggiamo sulle zampe – racconta un pollo moderno – zoppichiamo e stiamo spesso seduti sulle lettiere sporche, molti contraggono malattie alla pelle. Per prevenire le malattie che potrebbero compromettere la nostra vendita, ci imbottiscono di antibiotici» (tratto dal libro Cosa Mangia il pollo che mangi? – Arianna Editrice).
In Italia l’industria del pollo è fiorente – come il viso rubicondo di un simpatico signore dall’accento romagnolo che dagli schermi televisivi ci invita a mangiare insuperabili rollè precotti di tacchino e pratiche cotolette pollo e spinaci. Le aziende riproduttrici sono 250, gli allevamenti 5.586 (che salgono a 8.382 se contiamo anche quelli da uova), gli incubatoi 114; ad essi si aggiungono 116 macelli, 451 laboratori di sezionamento, 158 depositi frigorifero e 55 centri di riconfezionamento (dati aggiornati a giugno 2009, NdR)
Nel 2006, l’industria della carne avicola ha fatturato 2.580 milioni di euro (che equivale al 2,3% del settore alimentare) con 32.836 tonnellate esportate e 6.071 importate (Paesi extra Ue). Si sono allevati 149 milioni di polli distribuiti fra Emilia Romagna (21%), Lombardia (22%), Veneto (26%) e altre regioni (5%). L’intera produzione avicola ammonta a 1.048.800 tonnellate con oltre 400 milioni di capi macellati, di cui 372,19 milioni solo di broiler.
Con un acquisto medio di 2,14 kg e un consumo pro-capite di 17,1 kg (nel resto del mondo è di 12,3) la spesa per l’acquisto di carne avicola copre il 27% della spesa mensile di una famiglia media italiana.
Cotoletta batteriologica
La rivista Altroconsumo, organo dell’omonima associazione di consumatori, ha proposto, nel fascicolo 220 di novembre 2008, un’inchiesta sul pollo d’allevamento: 59 campioni di broiler (acquistati e trasportati in laboratorio con furgoni frigoriferi, per non interrompere la catena del freddo) sono stati sottoposti a dettagliate analisi di conservazione, igiene e patologia.
Il risultato? «Ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli – scrive Altroconsumo – e bandire il pollo dalle nostre tavole». La contaminazione batterica presente nella carne è principalmente imputabile alla crescita “esponenziale” a cui sono sottoposti i broiler: gonfiati, appesantiti e incapaci di muoversi, sono esposti a patologie a carico delle zampe e della pelle.
Le analisi hanno evidenziato la presenza di bacilli di salmonella che, se trasmessi all’uomo, provocano febbre, diarrea, dolori muscolari, crampi e vomito.
Il problema delle patologie comincia dall’allevamento e si protrae per tutta la filiera, fino al banco del supermercato: il pollo non deve essere esposto a sbalzi di temperatura e la catena del freddo deve essere sempre efficiente. I campioni analizzati da Altroconsumo sono stati acquistati in diversi punti vendita, nella tradizionale bottega sotto casa e nella moderna distribuzione organizzata: il pollo comprato dal macellaio è risultato migliore di quello del supermercato.
Eppure, in seguito a una ricerca sulla cultura alimentare degli italiani realizzata nel 2007 dall’esperto Daniele Tirelli, è emerso che il consumatore, in termini di sicurezza alimentare, preferisce il pollo della GDO (la grande distribuzione organizzata): circa l’80% degli intervistati è soddisfatto del rapporto qualità-prezzo del pollo del supermercato, non considerando che il basso costo è sinonimo di una filiera inefficiente.
L’inchiesta di Altroconsumo boccia produttori e distributori per scarsa igiene e cattiva conservazione del broiler nei vari passaggi della filiera e fornisce consigli su come evitare i pericoli connessi alle patologie: è preferibile comprare il pollo e consumarlo in giornata, tenerlo in frigorifero coperto con cellophane o all’interno della propria confezione, lavare bene le mani e gli utensili da cucina dopo avere maneggiato il pollo crudo; cucinarlo accuratamente a più di 70 gradi e controllare che non resti crudo.
Vita da allevamento
Oggi inizia a farsi strada una concezione del benessere animale intesa come well-being sia fisico che mentale: deve esserci una condizione di adattamento o armonia fisico-psicologica tra l’organismo e il suo ambiente caratterizzata dall’assenza di privazioni, lesioni, malattie, disturbi comportamentali, stimoli avversi o qualsiasi altra limitazione imposta dall’uomo che influenzi negativamente l’efficienza di un animale.
Le problematiche della salute animale variano, a diversi livelli, in funzione della specie, delle condizioni di allevamento e del grado di intensità. In passato, ad esempio, nel settore avicolo industriale i polli erano allevati in batteria, mentre le galline erano tenute a terra. Ne conseguiva una bassa consistenza della carne da un lato e uova sporche di feci dall’altro che erano la causa primaria di numerose patologie. Recentemente, il pollo è sceso a terra per accrescere la consistenza della carne e la gallina è salita in batteria per ridurre i problemi igienico-sanitari: mentre il pollo può, teoricamente, correre, svolazzare e irrobustirsi per fornirci una carne più sostanziosa, le galline non calpestano più gli escrementi e l’uovo viene deposto su un nastro trasportatore.
Anche il broiler è allevato a terra senza gabbie ma in un ambiente chiuso, controllato da parametri produttivi che puntano alla massima crescita nel minor tempo possibile.
Le critiche nei confronti dell’allevamento industriale sono rivolte ai programmi di alimentazione intensiva e alla continua illuminazione, a cui si associano la poca attività motoria, gli accovacciamenti forzati sulla lettiera, i problemi allo scheletro e alle zampe e le lesioni alla pelle.
La densità dell’allevamento determina la buona salute o meno del pollo ed è la causa primaria dell’aumento del rischio di patologie in caso di cattiva gestione o scorretta alimentazione. Negli ultimi anni, il Comitato scientifico europeo della salute e del benessere animale ha osservato che la crescita esponenziale delle specie animali non va di pari passo con un soddisfacente livello di benessere. Per questo motivo, il 12 luglio 2007 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale comunitaria la direttiva europea 2007/43/CE contenente le norme minime per la produzione della carne avicola, a cui tutti gli stati membri dovranno adeguarsi entro il 30 giugno 2010. L’attenzione dell’UE si è focalizzata sugli allevamenti di tipo intensivo, cioè quegli allevamenti con oltre 500 polli: le nuove regole stabiliscono una densità massima di 33 chilogrammi/ metro quadrato (in Italia lo spazio per la densità è di oltre il 10% in meno, mentre in Danimarca e Olanda si arriva fino a 40-42 kg/m2).
Secondo quanto stabilito dalla normativa, i polli hanno il diritto di avere:
• degli abbeveratoi efficienti e raggiungibili;
• disponibilità del mangime;
• la lettiera asciutta e friabile in superficie;
• una sufficiente ventilazione;
• un basso livello sonoro e una situazione climatica adeguata;
• dei controlli e delle ispezioni due volte al giorno per valutare il loro livello di salute.
Il proprietario dell’allevamento ha l’obbligo di tracciare il sistema produttivo su appositi documenti in cui vanno specificate la dimensione delle superfici occupate, i sistemi di ventilazione, di raffreddamento e di riscaldamento, l’alimentazione e l’approvvigionamento d’acqua, i sistemi di allarme e di riserva in caso di guasti delle apparecchiature, il tipo di pavimentazione e di lettiere usate. La direttiva prevede anche un’appropriata formazione degli operatori avicoli sulla fisiologia (il comportamento e il fabbisogno), sulla manipolazione del pollame (cattura, carico e trasporto), sulla cura di emergenza (uccisione e abbattimento) e sulla bio-sicurezza.
Nonostante questi miglioramenti l’interrogativo sulla qualità della carne di pollo presente sulle nostre tavole permane, e viene spontaneo chiedersi se sia logico e sano consumarne oltre 17 chilogrammi a testa l’anno: forse sarebbe opportuno ridurre i nostri consumi di proteine animali e riscoprire il sapore del pollo ruspante, magari gustato una volta la settimana e non un giorno sì e uno no.
Per imparare a riconoscere un “vero” pollo si trovano utili indicazioni anche in rete: sul sito www.biozootec.it si può consultare il “Manifesto del Pollo ruspante e biologico” che elogia l’allevamento estensivo in quanto capace di coniugare «biodiversità e legame con il territorio, competitività, diversificazione, rintracciabilità, integrità dei suoli e protezione dell’ambiente, salubrità delle carni e resistenza alle malattie».
Articolo estratto dal Consapevole n° 19.
(^__^)
domenica 9 gennaio 2011
Il Golfo del Messico sta morendo?
La BP, tristemente nota per la catastrofe petrolifera nel Golfo del Messico, è una dei simboli di tutte queste multinazionali che distruggono il mondo con arroganza e impunità.
La compagnia BP e i suoi partners Halliburton, Anadarko, Transocean
La BP è il simbolo di quelle multinazionali più potenti degli stessi governi, che dettano la loro condotta alle istituzioni federali che in teoria - normalmente - dovrebbero essere al servizio della popolazione, visto che sono pagate dalle loro tasse. Ad ogni modo l’amministrazione Obama, la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), l’EPA (Environmental Protection Agency), e la guardia costiera statunitense sono solo dei fantocci nelle mani della BP.
Il Corexit è un dispersante*[1] di superficie della marea nera
Il Corexit 9500 scompone il petrolio greggio in piccole palline di idrocarburo e una poltiglia di petrolio acquoso che si infiltra sotto le dighe poste a protezione degli allevamenti di pesci ed ostriche… Il glicol di propilene, un composto importante del Corexit 9500 è misurato nelle acque del Golfo a 150 volte la concentrazione letale. Il Corexit è un pesticida neurotossico vietato in altri paesi. Il rimedio è più tossico del problema. La BP è coinvolta con la società che fabbrica il Corexit utilizzato nella versione vietata in particolare in Inghilterra, almeno vicino alla costa. La tossicologa Susan Shaw, fondatrice e direttrice dell’Istituto di ricerca ambientale marina nel Golfo del Messico ha studiato gli effetti del prodotto utilizzato dalla BP. Il Corexit fa scoppiare i globuli rossi, scatena emorragie interne lesioni epatiche e renali di cui soffrono oggi migliaia di cittadini della Louisiana. Combinandosi al petrolio il Corexit raggiunge la sua massima tossicità, passando direttamente attraverso la pelle. I solventi del dispersante fanno penetrare il petrolio attraverso la pelle e nelle cellule
I solventi del disperdente (cioè dell’agente neutralizzante per idrocarburi) fanno penetrare il petrolio attraverso la pelle e così nelle cellule, negli organi. Il dottore in biologia e tossicologia marina Chris Pincetich dichiara che il Corexit disgrega le membrane cellulari. L’EPA, da parte sua, ha basato le proprie conclusioni sulla tossicità del Corexit della BP studiandone gli effetti sui pesci dopo solamente 96 ore di esposizione. Visto che i pesci non sono morti, tutti, che dopo due settimane, ha concluso che il prodotto è innocuo!
Alla BP, così come presso tutte le sue consorelle, il profitto passa davanti a tutto.
Così come lo descriveva il Washington Post, sulla base di documenti interni provenienti dal petroliere, la BP “ha sbeffeggiato la sicurezza trascurando la vetustà delle attrezzature, ha fatto pressione sui propri impiegati affinché non segnalassero i problemi e ha abbreviato e perfino ritardato le ispezioni per ridurre i costi di produzione”.
“Secondo l’agenzia della salute di Stato della Louisiana, gli operai della BP si ammalano sempre più dopo aver respirato i vapori prodotti dai ‘disperdenti’ tossici e dal petrolio. Essendo le emissioni dei due prodotti combinati ancora più pericolosi per la salute. Di conseguenza la BP ha ordinato ai propri lavoranti di non presentarsi presso i centri medici di Stato,ma presso quelli dell’azienda. Allo stesso tempo, la direzione della BP vietava ai propri salariati, con il ricatto del licenziamento, di portare apparecchi respiratori per proteggersi dalle emissioni, avendo a cuore sempre la stessa cosa: l’immagine”.
“La maggior parte di questi operai addetti alle pulizie…non possono neanche contare sull’appoggio di Obama. A dispetto di una petizione che ha raccolto le firme di centinaia di associazioni e di decine di uomini politici, la Casa Bianca ha rifiutato di esigere dalla BP che i suoi operai fossero muniti di respiratori”.
Quando l’EPA ha provato a vietare alla BP l’utilizzo del Corexit, l’agenzia ha dovuto fare marcia indietro e ha docuto abbassare i toni e comunque malgrado le raccomandazioni riviste al ribasso, i guarda coste federali hanno accordato alla BP non meno di 44 deroghe. Poiché il prodotto viene fabbricato da un’industria ‘vicina’ alla BP, la multinazionale preferisce utilizzarlo, nonostante esisteno altri dospersanti molto meno tossici e in certi casi dieci volte più efficaci.
Dunque, chi guida davvero gli Stati Uniti? Obama? O la BP?
L’impatto di questa catastrofe causata dalla negligenza di una industria privata senza fede né leggi non si limiterà al Golfo del Messico ma si estenderà in tutto il mondo.
Così “L’intera area interessata dalla corrente del Golfo che si estende dai Caraibi fino alle coste dell’Europa occidentale sta morendo a causa del Corexit che l’amministrazione Obama ha permesso alla BP di utilizzare per nascondere la portata della catastrofe petrolifera del Deepwater Horizon.
I circa due milioni di galloni di Corexit, così come diversi milioni di galloni di altri disperdenti, hanno fatto sì che la maggior parte dei duecento milioni di galloni di petrolio grezzo sgorgati da mesi dai pozzi della BP e da altri siti nelle vicinanze, affondasse nell’oceano .
Ciò ha contribuito a nascondere una grossa parte di petrolio, nella speranza che la BP riuscire concretamente a ridurre le sanzioni federali per il disastro petrolifero.
Tuttavia attualmente non esiste alcun modo efficace di ripulire il fondo del Golfo del Messico, di cui circa la metà è ricoperto di greggio.
Inoltre, il petrolio è affondato lungo la costa orientale dell’America, fino all’Atlantico settentrionale e non c’è alcun modo di ripulire efficacemente il petrolio dei fondali marini.
Questa enorme quantità di greggio che ricopre una zona tanto vasta ha seriamente compromesso il sistema attuale della corrente Loop, della Corrente del Golfo e dell’Atlantico del Nord, interrompendo il flusso di acqua calda”.
Tutto questo sistema è uno dei principali processi di termoregolazione mondiale che regolarizza le temperature del pianeta. "L’utilizzo del Corexit e degli altri disperdenti da parte della BO, con la piena collaborazione dell’Amministrazione Obama, ha creato il più grande pericolo di tutta la storia del pianeta. Ciò è quello che succede quando una grande nazione scivola e si comporta come un paese del Terzo Mondo, dove solo il danaro è forza motrice essenziale di tutte le azioni del governo”.
Radiazioni, il regalo dell’impero occidentale al mondo
Per concludere questo panorama non esaustivo dell’Occidente che ci vuole bene, contrariamente all’Iran dei Mullah che meritano secondo i loro detrattori che si rischi un inverno nucleare globale, parliamo dell’uranio impoverito, regalo delle civiltà evolute e liberatrici ai paesi poveri e oppressi. L’uranio impoverito permette di aumentare la potenza di perforazione delle granate contro bersagli blindati o contro edifici. Sappiamo con certezza che l’Iran avrò la sua razione di uranio impoverito se la “diplomazia” fallisce.
Dopo l’ ”ondata” liberatrice degli elicotteri e dei tanks angloamericani, dopo la pioggia di bombe offerte dalle multinazionali statunitensi della stessa famiglia della BP, gli abitanti di Falluja, una entità di 300 000 abitanti dell’Iraq devastato, hanno 4,22 volte più di rischi di sviluppare il cancro degli egiziani o dei giordani. Questa “probabilità è 12,6 volte più alta tra i bambini di età inferiore ai 14 anni”.
Il rischio di leucemia tra le persone tra 0 e 34 anni è 38,5 volte più elevate. La mortalità infantile raggiunge tassi record: 80/1000, cioè 4 volte i tassi egiziani e giordani. Dal 2009 questo tasso passa addirittura a 136/1000!! La “sex ratio” ( il tasso comparato di uomini e donne all’interno della popolazione) è totalmente anormale nella fascia tra 0 e 4 anni a Falluja dove si registra un deficit di nascite maschili del 18%! In generale il numero delle nascite è caduto senza che sapere se ciò sia dovuto ad un abbassamento della fertilità o a un numero più elevato di aborti spontanei…O ad entrambi.”
“Le radiazioni provocano modificazioni a livello dell’ADN i cui effetti si fanno generalmente sentire sui discendenti. Infatti le malformazioni genetiche vengono riscontrate sui bambini dei sopravvissuti di Hiroshima.”
A Falluja, l’Iran deve sembrare assai meno minaccioso, persino nuclearizzato, rispetto all’Impero del Bene comandato dai 400 miliardari del pianeta.
Iran o Occidente... di chi avete più paura oggi?
Delle armi di distruzione di massa occidentali, assolutamente reali, che l’impero angloamericano utilizza tutti i giorni davanti ai nostri occhi, alcuni sugli abitanti di paesi lontani, altri sulle proprie popolazioni?
Del FMI, del Corexit, dell’uranio impoverito?
Della BP, della Halliburton, della Monsanto, della Exxon, i veri governanti dell’occidente, seminatori di guerre e di prodotti tossici?
O di Ahmadinejad?
Pascal Sacré
Fonte
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sabato 1 gennaio 2011
Problema, reazione, soluzione.
"Non esiste il “complottismo”, esistono solo versioni ufficiali poco chiare da parte dei governi. " Massimo Mazzucco, giornalista e video-maker.
Chiariamo subito: io NON sono un complottista ma una persona che si fa delle domande e cerca delle risposte, con mente aperta e raziocinio. La guerra al terrorismo inscenata dai "buoni" contro i "cattivi" è un classico esempio di False Flag Operation detto anche "Problema, reazione, soluzione". Si crea un incidente terroristico (11 settembre 2001), si aspetta la reazione/indignazione della gente che chiede di fare qualcosa e le si fornisce la soluzione ovvero "facciamo la guerra in Afganistan per rovesciare il governo talebano e uccidere Bin Laden visto che sono i colpevoli dell' attentato". Giochino che è riuscito alla perfezione grazie al supporto dei media tradizionali ma ricordatevi che è tutta una menzogna!
Di esempi come l'inside job dell'11/9 la storia ne è piena e il video che vi propongo oggi parla proprio di questi falsi attentati il cui unico scopo è di fare da pretesto per invadere/fare la guerra al paese prescelto.
Molti negano l'evidenza per non accettare che chi è al potere manipola le nostre vite a suo piacimento ma, anche se dura da accettare, purtroppo è così. Ci hanno insegnato che siamo liberi, che lo stato ci protegge e ci aiuta. Puttanate: per gli alti vertici, per chi comanda davvero, siamo solo carne da macello...
TERRORSTORM di Alex Jones (con sottotitoli in italiano) è uno dei documentari più completi sugli architetti del terrorismo globale e descrive degli attacchi false flag documentati del passato e del presente, dalla I° guerra mondiale all'invasione Iraq/Afghanistan, passando per la guerra in Vietnam e gli attacchi "terroristici" a Madrid e Londra, interviste a esperti, a due ex-agenti del MI6 e a dei consiglieri presidenziali. Lo straordinario documento rivela che le prove del terrore globale di elite interne ai governi sono tutte li', neanche troppo nascoste.
Molti negano l'evidenza per non accettare che chi è al potere manipola le nostre vite a suo piacimento ma, anche se dura da accettare, purtroppo è così. Ci hanno insegnato che siamo liberi, che lo stato ci protegge e ci aiuta. Puttanate: per gli alti vertici, per chi comanda davvero, siamo solo carne da macello...
TERRORSTORM di Alex Jones (con sottotitoli in italiano) è uno dei documentari più completi sugli architetti del terrorismo globale e descrive degli attacchi false flag documentati del passato e del presente, dalla I° guerra mondiale all'invasione Iraq/Afghanistan, passando per la guerra in Vietnam e gli attacchi "terroristici" a Madrid e Londra, interviste a esperti, a due ex-agenti del MI6 e a dei consiglieri presidenziali. Lo straordinario documento rivela che le prove del terrore globale di elite interne ai governi sono tutte li', neanche troppo nascoste.
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