mercoledì 22 aprile 2009

Salute, etica ed ambiente

Ormai sono in molti ad affermarlo: mangiare meno carne contribuirebbe a diminuire notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Ne abbiamo già parlato in passato citando il National Institute for Agricultural Technology dell’Argentina. Oggi è la volta della tesi dell’economista indiano Rajendra Pachauri, presidente del Gruppo intergovernativo di esperti delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC).
Lo scorso 8 settembre, a Londra, Pachauri ha presentato un documento dal titolo “Riscaldamento globale: l’impatto sui cambiamenti climatici della produzione e del consumo di carne”.

Secondo l’economista produrre 1 kg di carne ha tantissimi costi in termini ambientali:
- si emettono ben 36,4 chili di anidride carbonica;
- si rilasciano nell’ambiente sostanze fertilizzanti pari a 340 grammi di anidride solforosa e 59 grammi di fosfati.
- in pratica produrre un chilo di carne ha lo stesso impatto ambientale di un’auto media europea che percorre 250 chilometri!

D’altra parte produrre carne prevede una serie di attività che necessitano energia ed inquinano. Bisogna organizzare trasporti che rispettino la catena del freddo, nei supermercati sono necessari frigoriferi, è necessario un packaging adeguato per offrire il prodotto ai consumatori i quali, poi, consumeranno dell’altra energia per cucinare la carne e produrranno dei rifiuti per smaltire gli avanzi.
Nel suo studio Pachauri esamina anche l’impatto dell’allevamento in termini di sfruttamento del suolo. In particolare, il settore zootecnico sfrutta il 30% delle terre del pianeta e il 70 % di quelle destinate all’agricoltura. Il 70% della foresta amazzonica ormai scomparsa è ora occupato da pascoli e campi coltivati a foraggio. Una produzione, quest’ultima, che preoccupa gli esperti perché determina sovrasfruttamento del suolo.

Produrre carne necessita, inoltre, di una quantità di acqua maggiore rispetto ad altre produzioni vegetali. Ecco qualche esempio:
- per ottenere un chilo di mais sono necessari 900 litri di acqua;
- per un chilo di riso 3.000 litri;
- per un chilo di pollo 3.900 litri;
- per un chilo di maiale 4.900 litri;
- per un chilo manzo ben 15.500 litri di acqua!

L'anatomia comparata, inoltre, mostra quali siano le diversità a livello di struttura anatomica delle mascelle, dei denti, degli organi digerenti ed escretori ed infine della forma delle estremità (mani, piedi, zampe negli animali) fra le specie erbivore, carnivore, frugivore.
In base a questi studi, si è capito che l'uomo è fondamentalmente un "frugivoro", ossia è predisposto ad un'alimentazione a base di frutta, verdura e semi; si deduce pertanto che ha aberrato e diffuso le sue abitudini alimentari con usanze e tradizioni che ne hanno degenerato completamente la salute e l'evoluzione ad ogni livello.

Per maggiori informazioni:
http://www.saicosamangi.info/
www.viverevegan.org/
http://www.agireora.org/

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