giovedì 7 maggio 2009

Yoga e Fisica Quantistica (prima parte)


[foto: cascata di particelle prodotte da un'acceleratore di particelle]

Basilare per la comprensione di alcuni fenomeni della meccanica quantistica e dei millenari concetti filosofici della tradizione dello Yoga è il processo della meditazione. Dice il fisico dello SpaceLife Institute di Pesaro, Davide Fiscaletti: "Quando dirigiamo la nostra attenzione verso un dato oggetto o luogo in un determinato momento, attiviamo la nostra consapevolezza. Sembra che in questo vasto campo non ci siano limiti precisi che indichino dove 'finiamo' noi e dove 'comincia' il resto dell'universo."
Anche attraverso il fenomeno della "sincronicità" descritta molto bene nei lavori di Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli (premio Nobel per la fisica nel 1945, grazie alla scoperta del "Principio di Esclusione"), si afferma che gli esseri viventi, ad un livello profondo della realtà (quello sub-atomico delle particelle elementari come ad esempio gli elettroni) sono collegati tra loro e l'universo in maniera "non locale", ossia istantanea.

Massimo Teodorani, brillante scienziato internazionale di Cesena, afferma: "L'universo è un'entità retta da leggi fisiche di causalità continuamente interfacciate con leggi fisiche di sincronicità. La sincronicità rappresenta la Coscienza dell'Universo, il quale si manifesta come un'entità globale governata da leggi che scaturiscono da una matrice primigenia che lega tra di loro le varie parti in un tutto indissolubile. Infatti numerosi esperimenti in laboratorio, negli ultimi 50 anni, hanno dimostrato che tutto l'universo è collegato e la comunicazione non locale fa sì che l'informazione avvenga istantaneamente anzichè alla (finita) velocità della luce come sosteneva Albert Einstein. Cio' non vuol dire assolutamente che le teorie di quest’ultimo fossero sbagliate, tutt'altro, ma erano solamente incomplete. D'altronde egli sondava l’infinitamente grande, il macrocosmo. La fisica quantistica invece investiga sull'infinitamente piccolo, il mondo sub-atomico, il microcosmo".

Dice Aurobindo in 'The Yoga of Bhagavad Gita': "Come il nostro organismo fisico e’composto da miliardi di miliardi di vite infinitesimali – le cellule – cosi’ ogni individuo e’ onda di un Infinito Mare Universale, della cui ampia Coscienza e’ parte intrinseca e vitale".Lord Krishna, il protagonista della Bhagavad Gita, l’Incarnazione medesima di Dio (la Coscienza Cosmica) e’ identificabile con il nostro "Io" piu’ profondo ed immortale, che si rivolge alla propria ombra – la personalita’ - immersa nelle fumose volute dei livelli incarnativi. Questa Coscienza Cosmica parla nella Bhagavad Gita, ed attrae nel suo vortice di infuocato amore il proprio minore riflesso esistenziale, Arjuna, indicandogli le tecniche mistiche per liberarsi definitivamente dal vincolo delle reincarnazioni.

Grazie al noto fisico David Bohm (1917-1992) che ha integrato alle teorie di Einstein anche le piu' rivoluzionarie teorie quantistiche di Heisenberg, Dirac, Bohr, è nata la sua teoria dell'universo olografico, la quale esprime il concetto di universo come lo Yoga sostiene da millenni: la realtà della materia segue di pari passo quella della coscienza. Secondo Bohm "Vivere significa diventare una persona con un suo ego e un suo microuniverso, significa fare in modo che all'interno di quel piccolo microuniverso che è la nostra vita quotidiana possa nascere una consapevolezza che, tramite il nostro essere qui ed ora, aiuti la materia "divina" (non manifesta) che alberga nell'oceano di frequenze vibrazionali infinite, a diventare cosciente di sè stessa. Nonostante la sua apparente solidità, l'Universo è in realtà un ologramma gigantesco (gigantesco a misura nostra) e splendidamente dettagliato. Sono gli elettroni che, con i loro balzi quantici, conferiscono massa e volume al nucleo dell'atomo dandoci la "percezione" della solidità dei corpi di materia. Il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è in verità un'illusione. Ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso organismo fondamentale".

E' d'accordo pure il fisico teorico/quantistico Fred Alan Wolf che, intervistato nell'interessante docu-film "What the 'bleep' do we know??!!" conferma: "In un Universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali, poiché concetti come la località vengono infranti in un Universo dove nulla è veramente separato dal resto".


- Letture suggerite: "Idea and ideology" P.R.Sarkar; "The Yoga of Bhagavad Gita" Aurobindo; "Risacralizzare il cosmo" Ervin Lazslo; David Bohm e la fisica dell'Infinito" Massimo Teodorani; "La scienza dell'Uno" Vittorio Marchi.

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